
L’applicazione ha recentemente superato il miliardo di utenti.
Seguendo un trend abbastanza consolidato (ma non dominante, visto “l’andirivieni” tra una e l’altra parte) nel settore enterprise, Facebook ha deciso nuovamente di abbandonare il cloud pubblico per appoggiarsi ad infrastrutture proprietarie. IBM, provider cloud di riferimento per la nota applicazione WhatsApp, perderà così uno dei più importanti clienti.
In base ad alcuni dettagli non confermati ufficialmente, l’applicazione di messaggistica impegnerebbe almeno 700 server e sarebbe distribuita tra i data center IBM situati a San Jose, Washington DC ed in California. La spesa mensile, afferma The Whir, ammonterebbe a circa 2 milioni di dollari, una budget sostanzioso nonostante CNBC ponga attualmente WhatsApp fuori dalla top5 dei clienti più remunerativi.
Abbattere i costi
Come evidenziato indirettamente in apertura, non è la prima volta che il social network sceglie di abbandonare il cloud: già nel 2014, anno in cui avvenne l’acquisizione dell’app per la cifra record di 19 miliardi di dollari, era già in corso lo spostamento degli asset Instagram (altra proprietà di valore presente nel portfolio Facebook) in infrastrutture on premise – il provider cloud era Amazon Web Services.
La stampa specializzata ipotizza che Facebook, grazie anche all’esperienza accumulata negli anni con il design custom di server/switch UPS e simili (Open Compute Project), possa ridurre notevolmente l’impatto che il mantenimento del servizio WhatsApp ha sulle casse dell’azienda.
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